Perché mai gli italiani non fanno più determinati lavori?
Il manovale agricolo, il muratore, il falegname, il parrucchiere, l’elettricista, il meccanico…
Bankitalia parla chiaro: nella piccola impresa ci sono oltre 30.000 posti di lavoro vacanti.
Lavori che l’italiano snobba, forse abituato dalla televisione che un lavoro è “dignitoso” solo se poco faticoso o magari dietro a una scrivania (e magari con dei sottoposti), forse perché la retribuzione di tali posti di lavoro è da miseria.
Ecco che qui spunta l’immigrato, che non ruba il lavoro all’italiano, ma fa quel lavoro snobbato dal cittadino del Bel Paese, lavoro sottopagato, molto spesso in nero.
Parliamoci chiaro, abbiamo gli stipendi fra i più bassi d’Europa a parità di potere d’acquisto, se abbiamo così tanti immigrati, la colpa è dello Stato Italiano: se il lavoro fosse ben retribuito a tutti i livelli, a tal punto da garantire un livello di vita dignitoso, allora l’italico cittadino tornerebbe gradualmente a fare quei lavori ora snobbati. Senza lasciare ai buontemponi la soddisfazione di piagnucolare il solito lamento: “In Italia non c’è lavoro”.
E’ anche una questione di mentalità, chi lavora nei campi è un villano, la quale parola ha assunto anche un termine dispregiativo, è così nella testa della gente si è diffusa la convinzione che il lavoro dei campi non si addice a una persona “di un certo livello”,tanto per fare un esempio.
Suvvia, ogni giorno ci imbrigliano con tonnellate di stronzate dalla stampa, si può far credere a chiunque quello che si vuole.
Poi è conveniente questo atteggiamento? Ci ritroveremo nel nostro stesso paese ad avere una classe di lavoratori italiani impiegata in determinati ambienti ben retribuiti, o considerati quantomeno dignitosi, poi ci ritroveremo una classe di NON – lavoratori italiani che non trovano un lavoro adatto ai loro canoni, e una classe di lavoratori per lo più stranieri, sottopagati e spesso in nero nelle quali fila si coverà un crescente risentimento verso chi sta sopra.
Respingimenti e politiche dell’immigrazione sono efficaci solo se inserite in un determinato contesto.
E’ inutile dire che solo l’immigrato coglie i pomodori, se il posto fosse ben retribuito, forse non sarebbe solo così.
lunedì 7 settembre 2009
I lavori che gli italiani non fanno più...
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1 commento:
Infatti a Forlì nell'area di produzione di "Divani e poltrone" vai a vedere che tutte le imprese dell'indotto, piccoli e grandi artigiani sono stati costretti a chiudere o fallire e che migliaia di lavoratori italiani stanno disoccupati e senza cassa integrazione.
Sembra che i cinesi producano a metà prezzo.
Quando la finiremo di fare poesia. Gli immigrati non sono tutti uguali. Ci sono gli imprenditori e le badanti. Mai visto un cinese fare il o la badante?.
Ci stiamo facendo mangiare il cervello. Qui è una questione di mercato, pura e semplice. Se aumenta la forza lavoro......il prezzo diminuisce, normale.
Dunque ok, al lavoro di tutti, ma che venga pagato allo stesso prezzo e pagando i contributi. Perchè è troppo semplice dire che vengono a fare i lavorori che noi non vogliamo fare più. Dobbiamo vedere a quali condizioni.
I sindacati, l'ispettorato del lavoro dove sono.
Ed ancora, in periodo di crisi, disoccupazione e cassa integrazione, dobbiamo vedere che anche i settori che "tirano" dismettono lavoratori italiano pro cinesi. Ma quando e come se ne esce da questa disoccupazione.
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