Domani ricorre il 64° anniversario della liberazione d'Italia.
Le esortazioni affinchè il 25 aprile, data della liberazione dal nazifascismo, sia considerata “Festa di Tutti” sono arrivate da entrambi gli schieramenti politici. Oltre ai partiti di sinistra, più propensi a celebrare questa data, anche esponenti di spicco del Pdl come Berlusconi e addirittura dell’ex An come Fini e La Russa.
Ma per essere festa di tutti bisogna fare un appunto.
Quando si parla di partigiani non capisco perché mi si stampa in testa il colore rosso mi viene da collegarli con il partito comunista e con le varie estreme sinistre.
Penso fra me e me: strano, eppure questa associazione non dovrebbe venire così spontanea, però mi viene…
E allora vado su “Google”, il motore di ricerca universale di internet che tutto sa e tutto vede e digito: “partigiani”: oltre alle varie associazioni dell’A.n.p.i. (associazione nazionale partigiani d’Italia) appaiono moltissimi siti che inneggiano alla lotta permanente e all’internazionalismo partigiano. Come se tutti i partigiani fossero stati comunisti.
Io credo che chi ha combattuto con gli Alleati per liberare l’Italia dagli occupatori nazisti e contro un regime già sconfitto nel ’43 e caduto dagli inizi degli anni ’40 nella sudditanza germanica, debba avere perlomeno qualche risentimento verso chi vuole raggruppare la partigianeria soltanto come movimento rosso.
I movimenti partigiani erano “di tutti i colori” c’erano democratici, liberali, cristiani ed’anche monarchici, anche se, le due principali fazioni di partigiani, si dividevano fra coloro che volevano nuovamente una forma di stato repubblicano come quello pre-fascista, con discostamenti fra monarchici e repubblicani e i comunisti che alla fine della guerra volevano instaurare una sorta di nuovo ordine politico basato su qualche forma di comunismo e vicino all’Unione Sovietica.
Palmiro Togliatti, allora segretario del PCI (Partito Comunista Italiano) aveva dato una forte moderazione alla linea politica del suo partito già dal ’44 dichiarando addirittura secondaria la questione “repubblica-monarchia”. In realtà era sentimento diffuso presso molti membri del suo partito e non, che l’atteggiamento togliattiano di accettazione dell’economia capitalista, era solo un piano teso a far scattare al momento opportuno ciò che veniva chiamata “l’Ora X”, ovvero il momento in cui si sarebbe avviata una rivoluzione comunista tesa a non far nascere quell'ordinamento democratico o a rovesciarlo nell’immediato dopoguerra e a far nascere quel sopracitato nuovo ordine politico vicino al comunismo e all'Unione Sovietica.
Ecco perché questa parte della resistenza, non voleva per nulla cessare le sue attività nella data della liberazione, il 25 aprile 1945 ma voleva attuare un lotta continua e di classe per travalicare l’ordine repubblicano e democratico, ed'ecco perché, nei primi anni del dopoguerra i “partigiani rossi” si videro esecutori di elevati atti di violenza e omicidi, a volte anche stragi sistematiche, in primo luogo di fascisti ma anche di altre brigate partigiane (fiamme verdi, democristiani, liberali etc..), sacerdoti e anche esponenti di classi sociali a loro non favorevoli, con la garanzia di avere la “schiena coperta” grazie a paesi che offrivano loro asilo politico, paesi filosovietici come la Jugoslavia di Tito e la Cecoslovacchia.
In sostanza, questa parte della partigianeria rossa, voleva l'installazione di un nuovo regime, di parte opposta, alla caduta di quello fascista forse con gli occhi barrati dal fatto che un appoggio ai movimenti comunisti italiani non era consentito all’URSS per via della conferenza di Yalta, che vedeva l’Italia nel blocco occidentale.
Le tensioni finirono ufficialmente il 18 aprile 1948, con la dichiarazione e l’accettazione dell’Italia all’interno di questo blocco.
Il 25 aprile sia festeggiato come festa di tutti quindi, prendendo il considerazione che è stato un movimento che ha contribuito alla liberazione del nostro paese dall’oppressore nazista per consentirgli quella LIBERTA’che solo un’istituzione DEMOCRATICA può garantire.
E’importante che questa festa non sia strumentalizzata a favore di una visione puramente di sinistra. Questo è il presupposto affinchè un avvenimento talmente importante per il Nostro Paese diventi festa di tutti.
Balboa
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4 commenti:
si chiama festa della liberazione...mica festa del comunismo!!...che poi ci sia il fatto storico che alcuni comunisti avrebbero voluto realizzare una rivoluzione comunista è un altra cosa(cosa che poi non si è realizzata)..quindi non capisco dove sia il tuo problema...
Intendevo dire che,visto che all'interno del movimento di liberazione c'era una frangia comunista che voleva sovvertire l'ordine democratico e instaurare un ordine politico vicino al comunismo,frangia che si è resa spesso protagonista di eccidi anche dopo la guerra per perseguire una sorta di "lotta di classe",non si può celebrare anche quella parte della "partigianeria rossa" che perseguiva questo fine ma soltanto quella che voleva realmente dare un ordinamento democratico all'Italia.
Noto con piacere la giusta metamorfosi del nostro sammy rispetto a quando considerava questa data "lutto nazionale"..del resto x farla semplice, se non ci fosse stata questa data, vivremmo in un mondo arretrato, razzista, senza pc, senza blog..oppure anche con i pc non so se avresti potuto LIBERAMENTE fare un blog tutto tuo..ps blog che tra l'altro stai portando avanti proprio bene,BRAVO!! Giacomo Palmiro Fraternale
ahah! Non la vedo proprio come "metemorfosi" ma trattasi perlopiù di "coerenza storica".
Era già un regime con molte sfaccettature. Non si può fare la storia di se e di ma.
Il regime è caduto nel 1945...punto,non è andata diversamente,dunque non si può dire ciò che sarebbe stato...
E poi comunque...Giacomo Palmiro Fraternale non se po sentì!!
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