Il nome della tragedia si chiama Valmara 69 o SB-33. Sono due mine di fabbricazione italiana largamente usate in tutte le zone di conflitto del Mondo.
Queste mine si trovano praticamente in ogni parte del Mondo dove vi è stato un conflitto soprattutto in Angola, Egitto, Iran, Iraq, Kurdistan, Kuwait, Mozambico, Sudan e Sahara Occidentale.
Dal 1994 queste mine non vengono più prodotte ed esportate dall’Italia in quanto vietate, tuttavia mine identiche grazie alla loro tecnologia piuttosto elementare e a basso costo fa si che siano prodotte in Medio Oriente, Singapore e Sud Africa.
Dunque l’Italia, che in teoria nella sua Costituzione ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, in realtà non la disdegna dietro la prospettiva di un discreto ricavo economico (questo vale anche per le armi in genere di cui l’Italia è grande esportatrice) e purtroppo lo fanno tutti gli Stati “civili occidentali” che nascondo dietro la facciata pacifista traffici di armi difficilmente immaginabili.
Dunque è colpa anche della Civile Italia quando vediamo in tv, in quei rari casi in cui se ne parla, bambini orribilmente mutilati.
La Middle East Watch, un’associazione umanitaria, ha chiesto all’Italia di diventare un donatore di primo piano contribuendo alla bonifica delle mine che hanno ucciso migliaia di civili nel Kurdistan, appellandosi alla responsabilità morale del Governo di Roma.
PS: Per chi fosse interessato la fabbrica italiana produttrice di mine era la Valsella Meccanotecnica Spa di Brescia.
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